Cos’è la FIBROMIALGIA?

La fibromialgia è una malattia molto comune che si caratterizza per un dolore muscolo-scheletrico diffuso e persistente, la presenza di punti dolorosi elettivi in specifiche sedi anatomiche (“tender point“) e da astenia marcata (stanchezza).

Chi colpisce?

La fibromialgia è una condizione frequente nella popolazione, sembra colpisca infatti 2-4 milioni di italiani, prevalentemente donne, con rapporto da 5 a 1 sino a 20 a 1 rispetto ai maschi.

Quali sono i sintomi?

IMPORTANTE: non è detto che TUTTI i pazienti con fibromialgia abbiamo TUTTI QUESTI SINTOMI, possono esisterne diverse combinazioni – ovvero alcuni possono mancare (il medico sa riconoscere quali sono le associazioni di “minima” per poter porre la diagnosi).

  • Il dolore è il sintomo principe, distribuito su tutto il corpo. Varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, lo stress, le condizioni atmosferiche, i ritmi del sonno.

  • Bruciore, rigidità, contrattura, tensione muscolare, possono spesso associarsi al dolore.

  • Astenia (stanchezza), riduzione delle risorse “energetiche” del paziente, sensazione di fatica anche per sforzi minimi.

  • Disturbi del sonno di vario tipo (problemi nell’addormentamento, risvegli frequenti nella notte, sonno non ristoratore per tensioni muscolari).

  • Presenza di tender point: punti dolorosi alla pressione, localizzati in varie regioni del nostro corpo, presenti solitamente in prossimità delle inserzioni tendinee a livello osseo. (VEDI FIGURA A LATO)

  • Disturbi del Sistema Nervoso Centrale: difficoltà alla concentrazione, ridotto livello d’attenzione, cambiamenti del tono dell’umore, depressione, disturbo d’ansia.

  • Altri sintomi associati tra cui i più frequenti sopo la cefalea (alcune forme come l’emicrania o la cefalea tensiva in particolare) e la sindrome del colon irritabile.

Quale è la sua causa?

Le cause sono diverse e spesso più cause partecipano alla espressione di questa patologia (è una malattia multifattoriale).

  • In alcuni casi la sindrome è associata a patologie reumatologiche, in cui c’è un infiammazione cronica di alcune strutture connettivali (come strutture articolari, tendini-muscoli). Questa condizione si esclude generalmente con alcuni esami del sangue, che dovrebbero essere prescritti se vi è il sospetto clinico di alcune di queste patologie.

  • Nella maggior parte dei casi il problema è invece neurologico. Alcuni fattori genetici (di costituzione), uniti a fattori scatenanti ambientali (traumi, stress psico-fisico,…) determinano a livello del Sistema Nervoso Centrale alterazioni di alcuni neuro-trasmettitori (sostanze chimiche che sono alla base della trasmissione dei segnali e delle informazioni nel nostro cervello) implicati nei circuiti cerebrali della percezione del dolore. Alcuni di questi neurotrasmettitori (come la serotonina e la noradrenalina) sono implicati anche nel controllo dell’energia, della capacità di concentrazione, nella regolazione del tono dell’umore e dell’ansia. E’ per questo motivo che nella fibromialgia sono presenti molti sintomi riconducibili interamente al sistema nervoso centrale. Dati recenti indicano che vi è una riduzione delle capacità del metabolismo energetico di alcune popolazioni cellulari tra cui, non a caso, i neuroni serotoninergici e noradrenergici.

A sostegno di quanto detto sopra, il gruppo italiano di studio della fibromialgia (Italian Fibromyalgia Network) ha recentemente concordato la seguente definizione di fibromialgia: “sindrome da sensibilizzazione centrale, caratterizzata da disfunzioni nei neurocircuiti che coinvolgono la percezione, trasmissione e processazione degli stimoli nocicettivi afferenti con la prevalente manifestazione di dolore a livello dell’apparato muscolo-scheletrico. In associazione del dolore a livello dell’apparato muscolo-scheletrico possono manifestarsi molteplici sintomi (disturbi del sonno, stanchezza, dolore addominale, cefalea, ecc) che sono comuni ad altre sindromi da sensibilizzazione centrale”.

Come si cura?

Prima della cura è fondamentale che si abbia una diagnosi certa. Questo è bene venga fatto da un medico esperto della materia (di solito specialista neurologo o reumatologo) escludendo altre patologie che possono dare sintomi simili.
Una volta posta la diagnosi, per i casi in cui la fibromialgia è associata ad una problematica reumatologica la prima cosa da fare è trattare quest’ultima opportunamente. Nella maggior parte dei casi invece l’approccio personalizzato e multidimodale è quello che garantisce i migliori risultati. Una corretta educazione del paziente, un’approccio cognitivo-comportamentale, la programmazione di esercizi fisici a basso impatto, devono associarsi alla terapia farmacologica.
Tra le sostanze utilizzate vi sono sia FARMACI che SOSTANZE NATURALI che agiscono a livello centrale ripristinando e/o stabilizzando i livelli dei neurotrasmettitori che si sono ridotti a causa della patologia (serotonina e noradrenalina), e che stanno provocando i sintomi. Altre sostanze naturali, che migliorano le performance del metabolismo energetico, possono aiutare a controllare alcuni sintomi.

In caso durante la visita emergano alcuni riscontri, il medico potrà inoltre associare miorilassanti, o farmaci regolatori del ritmo sonno-veglia, mentre gli antinfiammatori non steroidei (FANS) o i cortisonici (steroidi) si sono dimostrati poco efficaci nella fibromialgia non associata a patologie reumatologiche.

Il Dott. Michele Viana è stato inserito nel Team di Medici esperti dell’ANFISC (Associazione Nazionale Fibromialgia, Encefalomielite Mialgica Benigna, Sensibilità chimica multipla).

Si tenga presente che trattasi di una descrizione a scopo informativo, non sufficiente a poter porre diagnosi di fibromialgia.
La visita (che include la raccolta della storia di tutti i sintomi, l’anamnesi patologica remota, l’anamnesi fisiologica e l’esame obiettivo da parte di uno specialista con eventuale richiesta di esami) rappresenta il solo strumento diagnostico per poter porre la diagnosi.

Bibliografia
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/ Dolore Neurologico