Visual snow

La visual snow è un disturbo visivo persistente simile all’immagine che si ha quando la vecchia televisione (con il tubo catodico) è mal sintonizzata sul canale.
Il paziente vede su tutto il campo visivo un’immagine “a puntini” intermittenti definita come di “neve visiva” (da qui il nome in inglese) o “neve statica” . I piccoli puntini di solito sono di colore nero-grigio su sfondo bianco oppure grigio-bianco su sfondo nero. Più raramente sono descritti come puntini trasparenti, puntini lampeggianti bianchi, o puntini colorati. Tali disturbi sono continui e possono persistere per anni.

VISUAL SNOW, per anni indefinita… sino al 2014

Sebbene da molti anni tali sintomi siano stati portati all’attenzione di molti medici, tra cui oculisti, neuro-oftalmologi e neurologi , il problema è rimasto indefinito sino all’anno scorso. Il risultato tragico (sino ad ora) è stato che molti pazienti affetti da visual snow sono stati presi come “matti”, tossicodipendenti o simulatori…

Nel 2014 il gruppo di ricerca diretto dal Prof Peter Goadsby (con cui ho l’onore di collaborare dal 2010) ha classificato accuratamente questo fenomeno sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale di neuroscienze “Brain“. In passato la visual snow era stata ascritta, tra le altre cose, ad una fenomenologia simile a quella dell’aura emicranica, ma gli studi recenti hanno escluso questa associazione, come anche l’associazione con altre condizioni (come ad esempio una conseguenza dell’uso di allucinogeni come l’LSD).

Lo studio

Gli autori dello studio hanno analizzato accuratamente i sintomi di circa 400 pazienti che lamentavano questo disturbo e ne hanno descritto accuratamente le caratteristiche. Oltre a descrivere in dettaglio il fenomeno “visual snow”, i ricercatori hanno notato che i pazienti che presentavano tale disturbo (visione “a puntini”, già descritta all’inizio di questo articolo) avevano anche altri sintomi comuni.
Hanno quindi descritto i caratteri di tali sintomi e la frequenza con cui si presentavano nei pazienti:

  • PALINOPSIA (visione di un immagine anche quando questa è scomparsa – dal greco palin “di nuovo, ancora” e opsia “vedere” ). Due tipi di palinopsia vengono riportati:
    1) TRAILING – gli oggetti che si muovono nel campo visivo lasciano una “scia”, una “traccia” (vedi la figura a lato),
    2) AFTER IMAGE – l’immagine scomparsa (uscita repentinamente dal campo visivo – ad esempio perchè abbiamo spostato rapidamente lo sguardo) persiste nel campo visivo nella precedente posizione. Il “trailing” era presente nel 86% dei pazienti e l'”after image” nel 60%.
  • PULVISCOLI o MOSCHE VOLANTI: macchie o striscie (non reali) che si muovono nel campo visivo (nella figura a lato indicate come “floaters”). Descritto nell’81% dei pazienti.
  • FENOMENO ENTOPTICO DEL CAMPO BLU (blue field entoptic phenomenon): numerosi puntini o piccoli cerchi di colore grigio / bianco (nell’immagine a lato indicati come small moving light points) / nero o anelli che si muovono nel campo visivo in entrambi gli occhi quando si guarda superfici luminose omogenee, come il cielo blu. Essi si spostano rapidamente lungo linee ondulate nel campo visivo, soprattutto quando si guarda un blu lucente come quello del cielo. Ogni puntini ha una durata assai breve, sono visibili per un secondo o meno e viaggiano per brevi distanze, lungo sentieri sinuosi apparentemente casuali. Descritto nel 79% dei pazienti.
  • FOTOPSIA SPONTANEA: lampi di luce. Descritto nel 63% dei pazienti.
  • “LUCE OCULARE” visione di onde o nuvole colorate quando si chiudono gli occhi nel buio. Descritta nel 53% dei pazienti.
  • FOTOFOBIA: aumentata sensibilità o fastidio per le luci. Gli stimoli luminosi possono essere percepiti come 1) troppo forti / intensi (74% dei pazienti) e 2) dolorosi (26% dei pazienti).
  • NICTALOPIA: compromissione della visione notturna. Descritta nel 68% dei pazienti.

Quali sono le CAUSE?

Al momento non si conoscono le cause di questo disturbo. Possiamo affermare che i pazienti presentano un esame dell’occhio normale, una TC e una RMN encefalo nella norma.
Purtroppo visto che la prima descrizione sistematica di questa sindrome è molto recente, appare quindi chiaro come non vi sia stato ancora il tempo per eseguire studi che possano darci spiegazione univoca su questo fenomeno, che appare comunque assai frequente nella popolazione. E’ apparso recentissimamente uno studio condotto sempre da Peter Goadsby che riporta dati che indicano un aumentato metabolismo nella corteccia cerebrale visiva supplementare (lingual gyrus) dei pazienti con visual snow. Il dato, che ha un suo razionale nel nesso con la sintomatologia, deve comunque essere confermato e adeguatamente interpretato.

IL PRIMO STUDIO SU PAZIENTI ITALIANI

Occupandomi di questa sindrome anche a livello di ricerca segnalo che è stato da poco pubblicato su “European Journal of Neurology” (2020) l’articolo relativo allo studio che ho condotto con i colleghi Francesca Puledda e Peter Goadsby del King’s college di Londra, proprio su questo tema. In questo studio per la prima volta sono state confrontate le caratteristiche cliniche di due popolazioni geograficamente distinte con Visual Snow (Italia e Regno Unito). Questo studio detiene anche il primato di riportare le caratteristiche cliniche della prima popolazione italiana con VS – peraltro con un numero considerevole di pazienti (100). Qui il link all’articolo (CLICCA QUI) Per chi fosse interessato l’articolo è open access – quindi è scaricabile gratuitamente per intero. In ogni caso, per venire incontro a chi non conoscesse bene la lingua e riassumendo i risultati dello studio, abbiamo dimostrato la completa similitudine dei diversi disturbi legati alla sindrome VS nelle due popolazioni (UK e Italia). Questo lo ritengo molto interessante. Infatti dimostrare che una sindrome caratterizzata unicamente da sintomi soggettivi e senza markers laboratoristico-strumentali (a conferma o supporto della diagnosi), abbia caratteristiche cliniche simili in popolazioni con background genetici, culturali e linguistici diversi, è un dato molto importante. Conferma infatti che è una sindrome reale e soprattutto ben definita, per quanto con possibilità di una certa variabilità clinica tra pazienti.

Bibliografia

  1. Schankin CJ, Goadsby PJ. Visual snow-persistent positive visual phenomenon distinct from migraine aura. Curr Pain Headache Rep. 2015 Jun;19(6):497.
  2. Schankin CJ, VIANA M, Goadsby PJ. Persistent and Repetitive Visual Disturbances in Migraine: A Review. Headache. 2017 Jan;57(1):1-16
  3. Schankin CJ, Maniyar FH, Sprenger T, Chou DE, Eller M, Goadsby PJ. The relation between migraine, typical migraine aura and “visual snow”. Headache. 2014 Jun;54(6):957-66.
  4. Schankin CJ, Maniyar FH, Digre KB, Goadsby PJ. ‘Visual snow’ – a disorder distinct from persistent migraine aura. Brain. 2014 May;137(Pt 5):1419-28.
  5. Viana M, Puledda F, Goadsby PJ. Visual Snow Syndrome: A Comparison Between an Italian and British Population. Eur J Neurol. 2020; 0:1-3
  6. Simpson JC, Goadsby PJ, Prabhakar P. Positive persistent visual symptoms (visual snow) presenting as a migraine variant in a 12-year-old girl. Pediatr Neurol. 2013 Nov;49(5):361-3.

Images via:
https://www.quora.com/What-is-visual-snow
http://brainlessblogger.blogspot.it/2013_07_01_archive.html
http://www.buzzle.com
https://en.wikipedia.org/wiki/Lingual_gyrus

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